Le diete a crudo non soddisfano gli standard stabiliti dalla AAFCO e sono quindi inferiore rispetto ai mangimi
I veterinari, i nutrizionisti e le ditte di mangimi ti diranno che le diete a crudo non soddisfano i valori standard della nutrizione animale – cioè i valori stabiliti dalla Association of American Feed Control Officials (AAFCO). L’approvazione della AAFCO è il “sigillo d’oro” della qualità per i mangimi e siccome le diete a crudo non hanno questo sigillo, molti ne deducono che sono inferiori ai mangimi. Ma cosa sono esattamente gli standard stabiliti dalla AAFCO? Come è arrivata la AAFCO a questi valori? Dobbiamo considerarli davvero come il “sigillo d’oro” per avere l’approvazione? É un valido argomento confrontare i mangimi e le diete a crudo sulla base di questi standard?
Gli standard della AAFCO e i profili nutrizionali sono stati stabiliti tramite una collaborazione tra i ricercatori nell’industria, nelle università e nella commisione regolatoria (National Research Commission o NRC). Questi esperti hanno consultato la letteratura e i dati disponibili e in base a questi hanno formulato i profili nutrizionali. Questi profili sono già stati aggiornati una volta e c’è in programma un altro aggiornamento per il futuro. A questo punto vorrei fare presente che i valori nutrizionali dettati dalla natura per cani e gatti non sono cambiati negli ultimi migliaia di anni di esistenza della specie (centinaia di migliaia o addirittura milioni di anni se si includono anche gli antenati).
Alcuni dicono che gli standard della AAFCO sono i migliori in assoluto, mentre altri sostengono che sono “meglio di niente”. Questi standard possono invece dare alle persone un falso senso di sicurezza sul cibo che stanno dando ai loro animali. Pensano che sia completo dal punto di vista nutrizionale, quando invece potrebbe non esserlo del tutto. Inoltre i profili della AAFCO non sono stati verificati o ripetuti (uno dei maggiori principi della ricerca scientifica è che un metodo debba essere riproducibile e i risultati verificabili). Non ci sono studi che provano l’adequatezza o l’ineguatezza di questi valori (Quinton Rogers, DVM, PhD, citato in Alternative Feeding Practices di Susan Wynn. Per leggere l’articolo completo http://www.vin.com/VINDBPub/SearchPB/Proceedings/PR05000/PR00001.htm solo in inglese). Si tratta, nella più ottimistica delle visioni, di supposizioni ben strutturate su quello di cui gli animali hanno davvero bisogno, basate su principi per niente scientifici.
Ci sono molte altre cose che non quadrano con gli standard che la AFFCO usa per dimostare che un mangime è al 100% “completo e bilanciato”. Questi standard sono stati calcolati in base all’idea che il cane sia un onnivoro, che può quindi essere nutrito con una dieta a base di cereali. Non si applicano quindi alle diete di carne cruda. Perchè? Prima di tutto, per essere sottoposto ad una analisi nutrizionale, il cibo deve essere denaturato chimicamente, cotto, purificato e manipolato, con la conseguenza che qualsiasi lettura non sarebbe rappresentativa del prodotto crudo. In questo modo si perdono anche le interazioni tra i diversi nutrienti, visto che ognuno viene studiato separatamente piuttosto che insieme agli altri (e questo sarà discusso più avanti).
In secondo luogo, gli standard del NRC (che sono stati usati dalla AFFCO per sviluppare i propri) prevedono una biodisponibilità del 100%. Tuttavia, se un cane viene nutrito come un onnivoro, c’è una buona quantità di nutrienti, contenuti nella materia vegetale, che non vengono assimilati. I fitati ad esempio (presenti in abbondanza in prodotti a base di cereali e soia – che le crocche contengono in abbondanza) sono ben noti per interferire con nutrienti importanti come ferro, zinco e calcio. Quindi bisogna dare quantità ancora maggiori di questi nutrienti per garantirne la dose giusta. In realtà quello di cui il cane avrebbe bisogno e utilizza non è la stessa quantità iniziale. Il risultato sono dei valori distorti, dato che si basano sui nutrienti aggiunti e non su quelli veramente assimilati. Quindi la biodisponibilità è inferiore al 100% e i valori nutritivi sono una rappresentazione non accurata di quello di cui il cane ha davvero bisogno.
C’è anche una terza ragione per cui gli standard della AAFCO sono inutili per le diete a crudo. Questa ha che fare con il fatto che la carne è crudo e non cotta. I valori della AAFCO si basano su cibi cotti o comunque lavorati (lavorati appunto per essere valutati), cibi che hanno comunque un contenuto nutrizionale ridotto perchè cotti o lavorati. La cottura altera le proteine e il collagene, distrugge nutrienti importanti e in generale rende il cibo più difficile da digerire e meno assimilabile (ad eccezione di cereali e verdure, che comunque non si dovrebbero usare per un cane). Questo vuol dire che bisogna poi aggiungere le vitamine e i minerali essenziali. Ma quanti di preciso? In quali proporzioni? Studi scientifici hanno dimostrato che le vitamine sintetiche non hanno la stessa efficienza di quelle naturali (come quelle che si trovano negli alimenti crudi). Inoltre molte vitamine e minerali interagiscono tra di loro in maniera sia positiva che negativa. Ad esempio la vitamina C aumenta l’assimilazione del ferro mentre la vitamina E la inibisce. La vitamina C diminuisce anche l’assimilazione di zinco e manganese mentre la vitamina E aiuta a stimolarla (http://www.acu-cell.com/nico.htmlsolo in inglese). I mangimi dovrebbero contenere tutti questi nutrienti, ma sono nelle giuste proporzioni? E quali sarebbero di preciso? La difficoltà di stabilire questi valori è già stata discussa. Esiste un modo per verificare le complesse interazioni tra tutti questi nutrienti? Visto che le prove sui mangimi tengono conto solo della appetibilità, sopravvivenza e dello stato generale di salute, queste interazioni vengono ignorate. La cottura e la lavorazione degli alimenti uccidono anche gli enzimi che aiutano la digestione e l’assimilazione dei nutrienti, quindi la biodisponibilità di vitamine e minerali nel cibo cotto è ridotta ulteriormente. (Lonsdale, T. 2001. Raw Meaty Bones. Capitolo 4).
Diamo un’occhiata alle prove sui mangimi effettuate dalla AAFCO. Sono davvero il “sigillo d’oro” che vogliono farci credere? Queste prove consistono di almeno 8 cani che devono mangiare un determinato mangime per appena 26 settimane (circa sei mesi). In questo lasso di tempo, può essere escluso dal test il 25% dei cani (quindi due animali) mentre i cani che seguono la dieta possono perdere fino al 15% di peso e forma: il mangime passerà comunque il test e sarà certificato come “completo e bilanciato”. Ma provate a estrapolare questi risultati per un numero di cani che mangiano questo mangime per un tempo molto superiore alle 26 settimane e avrete un bel problema! Se un mangime comincia a far perdere la forma già nelle prime 26 settimane, pensate come possono fare i cani che lo mangiano per tutta una vita?
Ma fino a quando i cani che rimangono nel test appaiono in salute e presentano peso e valori sanguigni accettabili, il magine passa il test ed è considerato un cibo “completo e bilanciato” per la fascia di età per la quale è stato testato (cucciolo, mantenimento adulto, senior, etc.). Quindi può essere dato al vostro animale per un periodo superiore ai sei mesi del test. Tuttavia le prove della AAFCO NON sono studiate per misurare gli effetti a lungo termine delle diete commerciali (Lonsdale, T. 2001. Raw Meaty Bones. pag 216). Le prove della AAFCO sono studiate solo per provare che un suddetto mangime “non è pericoloso per l’animale e sostiene un determinato stadio della crescita” (pag 216, Raw Meaty Bones) per un periodo di 26 settimane. I protocolli della AAFCO NON sono studiati per “esaminare le interazioni nutrizionali per garantire una salute a lungo termine o per prevenire le malattie” (pag 216). Se un cane vive per sei mesi senza dei sintomi gravi di malattia, allora il mangime viene considerato “completo e bilanciato” al 100%, anche se delle carenze nutrizionali potrebbero presentarsi negli anni successivi.
Questi mangimi “completi e bilanciati” e “non pericolosi” possono rovinare la salute a lungo termine e causare delle malattie, ma saranno sempre etichettati come un cibo salutare per il vostro animale. Questo è stato dimostrato. Ad esempio un magime di agnello e riso che aveva raggiunto gli standard nutritivi stabiliti dalla AAFCO e che aveva passato anche i test, ha comunque dato una carenza di taurina nei cani che lo hanno mangiato (Torres, C.L.; Backus, R.C.; Fascetti, A.J.; e Rogers, Q.R. Taurine status in normal dogs fed a commercial diet associated with taurine deficiency and dilated cardiomyopathy. Journal of Animal Physiology and Animal Nutrition 87 (2003): 359-372). I cani in questione presentavano una estesa cardiomiopatia. E pensare che il cane (al contrario del gatto) è in grado di sintetizzare la taurina da quegli aminoacidi che sono già disponibili (almeno nel cibo fresco), metionina e cisteina: eppure, dei cani hanno sviluppato una cardiomiopatia anche un cibo approvato dalla AAFCO! Il risultato è che adesso la taurina viene aggiunta nei mangimi, ma cosa dire di tutte quelle persone i cui cani si sono ammalati seriamente e magari sono anche morti a causa di questa svista? Quali altri “sviste” di cui noi non siamo a conoscenza devono essere ancora scoperte sulla pelle dei nostri animali? Un altro esempio di “svista” riguarda l’integrazione di cibo per gatti con la taurina dopo che alcuni gatti sono diventati ciechi e hanno avuto problemi al cuore, oppure le continue modifiche al rapporto calcio:fosforo per prevenire le malformazioni ossee e una crescita non omogenea (che ancora si presentano nonostante le modifiche degli integratori). É interessante notare che il calcio naturale nelle ossa crude non causa delle malformazioni ai livelli del calcio sintetico. Bisogna dare dosi molto elevate di calcio naturale per avere le stesse malformazioni che si riscontrano nei cani che mangiano i mangimi. Tutto ciò che la ricerca deve fare è guardare alle proporzioni che si trovano in natura.
Quando preparano i loro mangimi, le ditte mettono spesso delle dosi elevate di vitamine e minerali per ricadere all’interno degli standard accettati – l’effetto di questo superdosaggio però non è monitorato una volta passati i sei mesi del test AAFCO. Bisogna anche notare che le ditte di mangimi non sono obbligate a divulgare i risultati dei test AAFCO sui loro prodotti. Questa informazione è resa pubblica solo se la ditta decide di farlo! Inoltre non tutti i prodotti devono essere testati per uscire sul mercato (nell’edizione di febbraio 2007 del Whole Dog Journal si può trovare un ottimo articolo su questo argomento). Un alimento deve essere sottoposto ad analisi di laboratorio per verificare che soddisfi i fabbisogni nutritivi di cani e gatti. Tuttavia questi valori, espresso come valori minimi e massimi, possono variare anche di molto! Ad esempio il valore minimo del contenuto di ferro per il cane è di 80 mg/kg. Il valore massimo è 3,000 mg/kg! Questa è una differenza enorme, eppure un cibo che ricade vicino al valore minimo per il ferro è definito “completo e bilanciato” proprio come uno che ricade vicino a quello massimo! Che effetti avrà a lungo termine questa differenza sul nostro animale? Uno avrà delle carenze mentre l’altro un’eccedenza? Le ditte non lo sanno visto che non sono obbligate a guardare oltre le 26 settimane! I mangimi possono anche “ereditare” la dicitura “completo e bilanciato”. Se una ditta riesce a provare che un nuovo alimento ha delle caratteristiche nutrizionali “simili” ad uno che è già stato testato (in un modo che permette di escludere il 25% del campione e una perdita di forma fino al 15% nel corso di 26 settimane) allora anche il prodotto nuovo può avere la dicitura “completo e bilanciato”. Senza che la combinazione degli ingredienti venga testata! Come è possible che un prodotto simile ma comunque diverso sia “complete e bilanciato” per tutta la vita di un animale senza che sia stato neanche testato? L’intero sistema è sbagliato, ma è il meglio che l’industria dei mangimi ha da offrire. E se questo è il meglio, cosa ci dice sui mangimi “completi e bilanciati” che si trovano in commercio? Per fortuna è chiaro come i valori della AFFCO siano inutili per valutare le diete a crudo e come questi valori non siano adeguati per stabilire i veri fabbisogni nutritivi dei nostri animali.
Mettete a confronto questa realtà con una carcassa intera. Il meglio delle diete a crudo viene da una dura battaglia per la sopravvivenza che dura da molti milioni di anni. Le specie si sono evolute e adattate al loro ambiente, cibandosi di prede fresche. Se il lupo e il cane sono sopravvissuti in natura mangiando prede fresche, cosa dobbiamo dire delle diete a crudo? Una preda intera (non lavorata e non tritata), oppure cibi crudi interi, contengono le dosi giuste e nelle giuste proporzioni di grassi, proteine, vitamine, minerali ed enzimi. Sarebbe difficile provare queste dosi in laboratorio, visto che le analisi alterano queste proporzioni perfette. Sappiamo che sono perfette grazie al laboratorio di madre natura. Questa è infatti la dieta che permette a lupi, altri canidi e felini di sopravvivere, nonostante siano sottoposti a molte pressioni e difficoltà (molte delle quali sono causate dall’uomo!). Le carenze nutrizionali ci sono quando l’animale non riesce a mangiare a sufficienza, NON perchè il cibo non contiene abbastanza nutrienti. Chi siamo per pensare di fare meglio della natura? Per ulteriori informazioni, potete leggere il libro Raw Meaty Bones.
Tradotto da Valeria