BARF e alimentazione felina: un tuffo nel passato e uno sguardo al futuro
Costruiamo un topo… ma davvero!
Se hai mai sentito parlare di BARF (Biologically Appropriate Raw Food), sai che l'obiettivo è imitare il più fedelmente possibile la dieta naturale dei nostri amici felini. Sembra complicato? Beh, immagina un gatto che, con fare da predatore, si aggira per casa… e voilà, eccolo intento a cacciare un topo immaginario. Proprio questo è il punto: ricreare la preda intera, cruda e naturale, che un gatto avrebbe cacciato nei suoi milioni di anni di evoluzione.
Dal lontano Dormaalocyoon latouri, il primo antenato conosciuto dei gatti, passando per la Felis attica, la madre di tutti i gatti moderni, i felini hanno sempre scelto un menù fatto di prede intere e crude. E se ne hanno l’opportunità, non dicono di no a questa tradizione.
Quando latte e pane erano il "superfood" felino
Fino alla metà del secolo scorso, però, nessuno si preoccupava troppo di cosa fosse davvero sano per i gatti. Un esempio? Nel 1699, Georg Andreas Böckler scrisse che il burro spalmato sul pane era il miglior cibo per un gatto malato. Dolce, vero? Ma niente proteine, niente taurina… insomma, decisamente non il top per un carnivoro. Pane, latte e carne scadente erano i grandi classici dell’epoca.
Nel XIX secolo, i consigli iniziarono a moltiplicarsi, ma più basati sull’intuito che sulla scienza. Mayner (1839) suggeriva più verdure che carne per i gattini (sì, hai letto bene: verdure!), mentre Mivart (1881) puntava su una combinazione di prede vive, morte e persino sostanze vegetali. Insomma, le basi della nutrizione felina erano ancora un work in progress.
La "cucina creativa" del passato
E non pensare che i gatti di allora mangiassero cibo gourmet! Spesso veniva loro servita carne non adatta al consumo umano, come polmoni di pecora infestati da vermi o carne di bovini malati. E che dire del leggendario Cat’s Meat Man? Questa figura, molto comune nell’Inghilterra vittoriana, vendeva per strada carne di cavallo o avanzi di macelleria, spesso tinta di blu o verde per evitare che venisse scambiata per cibo umano (eh sì, si prendevano delle “licenze artistiche” anche con i coloranti, spesso tossici).
Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, quando i cavalli smisero di essere il principale mezzo di trasporto, anche i venditori di carne per gatti sparirono dalle città, insieme ai loro carretti.
Dal pane nel latte al BARF: la rivoluzione alimentare
Solo verso la fine del XIX secolo, quando il gatto iniziò a essere considerato un animale da compagnia, si cominciò a parlare di nutrizione più adeguata. Ma ci volle tempo: nel 1927, Magerl consigliava ancora panini ammollati nel latte e qualche verdura, mentre negli anni ’30, il latte restava l’alimento base, integrato con pane secco e biscotti.
La vera rivoluzione arrivò nel 1943, quando lo zoo di San Diego decise di sostituire l’alimentazione esclusivamente a base di carne per i suoi felini con una miscela più economica. La ricetta di Udall comprendeva carne di cavallo (60-80%), farina di ossa, grasso, sangue fresco e amido di mais o patate. Una sorta di “primo esperimento di BARF industriale”, se vogliamo.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, i gatti venivano ancora trattati come “piccoli cani” nella ricerca scientifica, ignorando le loro esigenze uniche. Solo negli anni ’60 e ’70 si iniziò a studiare seriamente i bisogni nutrizionali felini. Fu in quel periodo che i gatti passarono dall’essere cacciatori autonomi a veri e propri “principi di casa”, nutriti completamente dagli umani grazie ai primi cibi pronti industriali.
E oggi?
Ora sappiamo che i gatti sono carnivori obbligati: carne cruda, ossa e organi rappresentano la base perfetta per una dieta sana ed equilibrata. Ed è qui che entra in gioco la BARF: un ritorno alle origini, ma con la consapevolezza moderna. Non più pane nel latte, ma pasti studiati per rispettare la loro natura.
Se vuoi scoprire di più su come nutrire il tuo gatto con una dieta naturale e bilanciata, continua a seguirci: ti guideremo passo dopo passo, con un pizzico di ironia e tanta passione per il benessere felino. Perché i nostri amici meritano solo il meglio!
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